
Di Lorenzo Tosi | 05 gen 2025
Più flessibilità nelle autorizzazioni dei nuovi impianti; stesso impegno per la ristrutturazione di quelli esistenti. Per fortuna gli impegni dell'Ocm (organizzazione comune di mercato) rispondono a logiche europee di programmazione poliennale e non risentono della volatilità della politica nazionale.Così il decreto ministeriale del 12 dicembre scorso, firmato dal capodipartimento Giuseppe Blasi, ha confermato anche per il 2025/26 la stessa dotazione finanziaria delle due annate precedenti, in cui la misura di restyling dei vigneti continua a fare la parte del leone, aggiudicandosi il 44% delle risorse complessive pari a poco più di 144 milioni di euro (vedi tabella). InterventoStanziamentoPromozione sui mercati dei Paesi esteri 98.027.879 Ristrutturazione e riconversione vigneti 144.162.895 Vendemmia verde 4.805.418 Investimenti57.665.151 Distillazione sottoprodotti 19.221.657 Totale323.883.000Il termine per la presentazione delle domande è fissato per il 28 febbraio e le Regioni hanno 4 mesi e mezzo a disposizione per completarne l'istruttoria e comunicare gli impegni al ministero entro il 15 luglio. Un intervento diventato routinario, che però da quest'anno merita maggiore attenzione perchè la crisi geopolitca, climatica e commerciale che sta attraversando il mondo del vino ha convinto l'autorità centrale a concedere maggiori margini di manovra alle regioni sia per la misura delle ristrutturazioni che degli investimenti. Più margini di discrezionalità per le RegioniIl decreto Masaf del 635206 dello scorso 2 dicembre amplia infatti il potere discrezionale delle Regioni che, con proprie delibere, possono gestire la misura definendo le aree interessate, le categorie dei beneficiari , le varietà e le forme di allevamento a cui concedere la precedenza, Un'occasione da non perdere (o così dovrebbe essere).Adattarsi (in fretta) per non estinguersi. È questa del resto la legge fondamentale dell’evoluzione e vale anche per il vigneto. La crisi delle grandi denominazioni francesi, con la forte flessione di Champagne e Borgogna e gli espianti massivi nel Bordolese, sono il sintomo più vistoso della rivoluzione in corso nel mondo del vino. L’esigenza, in molte aree vitate, di un mirato rinnovamento degli impianti è resa pressante dall’impatto del climate change e dal cambiamento repentino degli stili di consumo del vino. I nuovi trendSostenibilità, salute, territorialità: sono i trend dettati da millennial e genZ, i nuovi poli magnetici che riorientano la bussola del mercato mondiale. Rispetto alla Francia il nostro Paese ha più alternative e può soddisfare queste esigenze giocando la carta della sua biodiversità varietale. VCR, Vivai Cooperativi Rauscedo, è impegnato da 60 anni nella sua tutela e valorizzazione attraverso la selezione clonale e il miglioramento genetico. I 14 vitigni resistenti a peronospora e oidio, messi a punto assieme all’Università di Udine, consentono di unire sostenibilità ambientale e qualità enologica realizzando le migliori performance nell’abbassamento della carbon footprint. I nuovi portinnesti della serie M realizzati assieme all’Università di Milano sono la risposta più efficace in termini di resilienza al climate change. Gli oltre 540 cloni omologati da VCR assicurano la variabilità da cui attingere per soddisfare l’emergente richiesta di bassa alcolicità naturale dei vini. Le Regioni oggi hanno maggiore discrezionalità nell’attribuzione delle risorse della misura di ristrutturazione dei vigneti. L’auspicio è che utilizzino questo nuovo superpotere per favorire la diffusione delle varietà, cloni e portinnesti più performanti sul fronte qualitativo e ambientale. Per info: www.vivairauscedo.com

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